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Nel 2018 fallimenti ancora in calo

Il report Cerved “Fallimenti, procedure e chiusure di imprese” certifica una diminuzione del 7% rispetto all’anno precedente. Forte frenata di industria e costruzioni. Va meglio per le società di persone, il settore immobiliare e il Nord-Est

 

Nel 2018 il numero dei fallimenti si attesta a 11.227, il 7% in meno rispetto all’anno precedente e al di sotto dei livelli del 2011. Lo certifica l’ultimo report Cerved “Fallimenti, procedure e chiusure di imprese”, che evidenzia come nel 2018 è proseguito, per il quarto anno consecutivo, il calo dei fallimenti. Si tratta di una tendenza che ha riguardato tutta l’economia e ampie aree della Penisola, anche se il miglioramento sta perdendo slancio nelle costruzioni e nell’industria dove il comparto moda segna addirittura +8,3%.

Il report, che fa una analisi in base a forma giuridica, settore e area geografica, evidenzia che nel quarto trimestre 2018 sono fallite 3.029 aziende, in calo del 7,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Con questo dato, il numero di fallimenti del 2018 si attesta a 11.227, il 7% in meno rispetto al 2017. La serie storica evidenzia un miglioramento che dura dal 2015, dopo che nel 2014 i fallimenti avevano toccato un massimo a quota 15.694.

La riduzione dei fallimenti, si legge nel Report, ha riguardato tutte le forme giuridiche. Il calo è di maggiore entità tra le società di persone, dalle 1.348 del 2017 alle 1.162 del 2018 (-13,8%), e tra le imprese organizzate come ditte individuali o in altre forme (da 1.755 a 1.579, -10%). Si riduce meno rapidamente il numero di fallimenti di società di capitali, passato da 8.966 a 8.486 tra 2017 e 2018, la forma giuridica in cui si concentra il maggior numero di procedure fallimentari e che aveva fatto registrare cali più rapidi negli anni precedenti.

Nel 2018 i fallimenti sono risultati in diminuzione in tutta l’economia. Gli andamenti più positivi si registrano nei servizi dove, nel 2018, sono infatti fallite 6.099 imprese, l’8% in meno rispetto al 2017, con un’accelerazione rispetto al calo dell’anno precedente. I dati indicano che il miglioramento ha riguardato i primi settori del terziario per numero di procedure, con diminuzioni particolarmente consistenti nella distribuzione (-11,6%) e nell’immobiliare (-12,4%); di minore entità nei servizi non finanziari (-2,1%). Significativa anche la discesa del 5% nel campo della logistica e dei trasporti.

Risultano invece in netta frenata i fallimenti nelle costruzioni e nell’industria. Nell’edilizia si passa, tra 2017 e 2018, da 2.398 imprese fallite a 2.250 (-6,2% contro -16,4% dell’anno precedente), nell’industria da 1.658 a 1.609 (-3% contro il -18,6% del 2017). Nell’ambito dell’industria, da segnalare il ritorno alla crescita dei fallimenti nel comparto moda (+8,3%) dopo una forte discesa nel 2017 (-27%) e in quello della lavorazione dei metalli (+10,6% nel 2018 rispetto al -26% del 2017).

Dal punto di vista geografico, i fallimenti si sono ridotti in tutta la Penisola, ma con intensità diverse. Continua a ritmi marcati il miglioramento nel Nord-Est, dove si passa dai 2.266 fallimenti del 2017 ai 1905 del 2018 (-16% contro il -12,2% del 2017). I cali più significativi si registrano in Friuli-Venezia Giulia (-19%), Emilia-Romagna (-18,5%) e Veneto (-13%); più contenuto il dato osservato in Trentino Alto-Adige (-1,3%).

Nel Nord-Ovest, invece, la discesa dei fallimenti è proseguita, ma in frenata, passando dalle 3.513 imprese in default del 2017 alle 3.431 imprese del 2018 (-2,3%, contro il -12,2% dell’anno precedente). I fallimenti si sono ridotti dell’1,3% in Lombardia, del 2,6% in Piemonte, del 9,9% in Liguria e del 31% in Valle d’Aosta.

Rallenta il miglioramento anche nell’Italia Centrale: nel 2018 sono fallite 2.954 aziende, in calo del 4% rispetto alle 3.077 dell’anno precedente (che era risultato in diminuzione dell’8,6% rispetto al 2016). Le procedure si riducono nel Lazio (-5,5%), in Toscana (-4,4%) e nelle Marche (-8,1%), ma fanno registrare un deciso aumento in Umbria (+17,3%). Nel Mezzogiorno sono fallite 2.937 aziende, in calo dell’8,6% rispetto alle 3.213 del 2017. Gli andamenti risultano però piuttosto eterogenei: in forte miglioramento Campania (-15,3%), Puglia (-20,3%) e Molise (-22,9%), calo più contenuto in Basilicata (-2%), tendenze in peggioramento o ai livelli dell’anno precedente in Sardegna, Calabria e Sicilia (+7,1%, + 3,5% e +0,0%).

Nel 2018 sono tornate a diminuire a ritmi marcati anche le procedure concorsuali non fallimentari, proseguendo una tendenza che dura ormai da cinque anni e dovuta al sempre minor utilizzo di concordati preventivi (-17% su base annua). Tra settembre e dicembre 2018 i tribunali hanno avviato 379 procedure concorsuali non fallimentari, un quinto in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Con questo dato, il totale di queste procedure aperte nel 2018 si attesta a 1.377, in netto calo rispetto alle 1.715 del 2017 (-19,7%).

Ma se la frenata dell’economia italiana non ha prodotto effetti significativi sui fallimenti e sulle altre procedure concorsuali, ha generato un’impennata delle liquidazioni volontarie. Secondo le stime, infatti, nel quarto trimestre del 2018 hanno avviato una liquidazione volontaria 37mila società, in crescita del 6,3% rispetto allo stesso periodo del 2017. Con questo dato, il numero chiusure volontarie sale a quota 78 mila, un dato in linea con quello del 2016.

13 marzo 2019